Il guaio dell’Enclave (in)Sicuro di Apple
Alla fine ci sono riusciti!
Il team cinese Pangu ha trovato una falla nella sicurezza che consente l’accesso al contenuto memorizzato nell’Apple Secure Enclave, il co-processore incaricato di memorizzare le credenziali, i numeri di carta di credito ed altre informazioni sensibili del vostro iDevice (iPhone e iPad).
Potete trovare maggiori dettagli nell’articolo (in inglese) di MacWorld; i dispositivi interessati partono dall’iPhone 5 fino all’iPhone X, iPad di quinta, sesta e settima generazione e iPad mini 2, 3 e 4.
Molti dispositivi insomma!
La buona notizia è che per violare il vostro dispositivo, il furfante deve accedervi fisicamente: Un attacco non può essere sferrato da remoto; ancora una volta dovete fare attenzione a chi prende in mano il vostro telefono!
La cattiva notizia è che essendo il problema legato all’hardware, non può essere riparato.
I nuovi dispositivi non presentano questo problema.
Vorrei spendere alcune parole su AnoniCloud.
Fin dall’inizio, qui ad AnoniCloud, abbiamo creduto che il posto più sicuro in cui archiviare le tue credenziali fosse il tuo cervello. Nelle prime versioni beta abbiamo volontariamente evitato di supportare l’archiviazione delle credenziali nel portachiavi del dispositivo (quindi nel Secure Enclave) ma il feedback degli utenti era chiaro: Fornire l’accesso biometrico, fornire l’accesso automatico all’apertura dell’app, quindi archiviare le credenziali nel dispositivo.
Abbiamo soddisfatto le richieste degli utenti fornendo il meglio di entrambi i mondi: I nostri utenti possono scegliere esplicitamente di memorizzare le proprie credenziali nel portachiavi per consentire tali comodità di accesso o disabilitare tutto (è la nostra impostazione predefinito!) e inserire manualmente nome utente e password.
Siate avvertiti e consapevoli che il vostro dispositivo è una macchina molto complessa, costruita da miliardi di transistor (hardware) e linee di codice (software), che è il risultato del lavoro di diversi ingegneri sparsi in tutto il mondo: Il problema non è se contiene bug ma quanti bug contiene.